Sanità
“Zingaretti è venuto in Consiglio regionale a sbandierare, almeno per la terza volta in quattro anni, l’uscita della sanità del Lazio dal tunnel del commissariamento ma la sua annuncite compulsiva non incanta più nessuno. Soltanto nella giornata odierna i cittadini del Lazio in lista d’attesa per una prestazione sanitaria sono 260mila di cui 193.500 per importanti visite specialistiche; i tempi medi di attesa sono ancora altissimi, oscillano tra gli 85 e i 180 giorni. Per una ecografia all’addome si può attendere anche 344 giorni, alcune prestazioni critiche risultano addirittura indisponibili e per diverse prestazioni programmabili l’attesa diventa di un 1 anno”. Lo ha detto il consigliere regionale del Lazio, Daniele sabatini, durante il consiglio regionale straordinario sul rientro del deficit sanitario della Regione Lazio. “Non va meglio nei pronto soccorso – ha proseguito – dove la dotazione del personale infermieristico è ben lontana dagli standard dei livelli essenziali di assistenza: un solo infermiere per i vari codici, incluso il codice rosso. A ciò si aggiungono i numeri incredibili dei blocchi barella nei ps: nei primi sei mesi del 2016, sono stati 69mila, a fronte di 150mila accessi, per 50mila ore di sosta totale nei pronto soccorso. Sul podio svetta il Policlinico Umberto I con 5.400 blocchi barella, seguito da Pertini e San Camillo con 4mila blocchi. Questa è la realtà del servizio sanitario del Lazio cui Zingaretti risponde con l’ennesimo decreto tampone da 10 milioni di euro per abbattere le liste d’attesa dimenticando di averne già spesi 7, negli anni passati, attraverso altri due decreti che hanno prodotto solo fallimenti. Per non parlare delle case della salute che non funzionano; delle 3mila assunzioni annunciate ancora tutte da fare; dei pediatri che hanno superato la soglia massima di pazienti costringendo i genitori a mettersi in fila alle 5 del mattino per sperare di poter inserire il proprio figlio; della mobilità passiva di gran lunga maggiore di quella in entrata. Nel frattempo – ha concluso – i cittadini del Lazio continuano a pagare le tasse più alte d’Italia mentre Zingaretti sperpera soldi per mantenere una costosa quanto inutile cabina di regia della sanità, annuncia l’abolizione del ticket sanitario che in realtà è solo una riduzione, però aumenta il livello di compartecipazione per le spese nelle Rsa, si avventura in spericolate sperimentazioni sulla pillola abortiva solo per piantare l’ennesima bandierina ideologica. E ha il coraggio di venire in Consiglio regionale e dire che il Lazio sta per uscire dal tunnel”.